Quando ho cominciato a scattare foto, non avevo idea dell’importanza che questa pratica avrebbe assunto nella mia vita. Inizialmente, era solo un gioco, un modo per imitare i gesti degli adulti. Ma col tempo, il clic della macchina fotografica è diventato qualcosa di familiare, come il battito del cuore di mio figlio, l’odore della mia casa, o come riconoscere i passi del mio amato cane. Ho studiato a Roma, ma nonostante la bellezza e le esperienze che questa città mi donava, ho sempre sentito una forza invisibile ma fortissima che mi richiamava in Calabria. Molti avrebbero interpretato questa spinta come negativa, ma io ho cercato di farla diventare un amuleto, una guida verso la mia vera destinazione. Così, ho deciso di tornare nella mia terra natia e ho aperto il mio studio fotografico, che ho chiamato “Free Idea”. Tanti mi hanno sconsigliato di farlo, alcuni hanno addirittura bollato la mia idea come naïve. Ma molti altri mi hanno sostenuto e incoraggiato. Amo scattare foto alle persone, ho una vera passione per i volti e per l’umanità in generale. Ogni posto che ho visitato è stato scandito da una galleria di volti, ognuno con la propria storia e personalità unica.

Tre anni fa, ho cominciato a lavorare a questo progetto. Ho deciso di combinare le mie due grandi passioni: la fotografia e il racconto delle storie delle persone. Ho pensato ad una seduta fotografica accompagnata da una breve intervista, e ho viaggiato in lungo e in largo per l’Italia (e anche un po’ per l’Europa) per raggiungere tutti i personaggi ritratti. È stato bellissimo organizzare gli appuntamenti, ricevere le loro risposte, raggiungerli nelle loro abitazioni, nei loro luoghi di lavoro, o semplicemente dove si sentivano “a casa”, ma anche molto faticoso. Non so se sarei riuscita a completare tutto senza il sostegno di mio marito e della mia famiglia. Ma il progetto che ho creato è la mia personale dedica d’amore alla Calabria. I protagonisti dei ritratti hanno percorsi, studi e scelte di vita diverse, ma tutti hanno in comune le origini calabresi. Questo non vuol dire che il mio progetto sia una sviolinata campanilistica, no. I trentacinque soggetti che ho scelto di ritrarre ed intervistare sono delle eccellenze. Lo sarebbero stati anche se fossero nati a Viggiù o a Roma. Il fatto che la loro storia di vita sia cominciata in questa regione è un plus che aggiunge valore al loro successo. Il nostro territorio presenta ai sognatori una realtà più ostile di altri, ma la loro affermazione ha, a mio parere, un valore doppio. Quando ho terminato tutte le sedute fotografiche e le interviste mi sono resa conto che questa era la mia missione: raccontare le storie di queste persone eccezionali e celebrare la bellezza e il coraggio di chi nasce nella mia terra. Sappiate che avrei voluto intervistarne molti di più, avrei volentieri visitato altri aeroporti e percorso altri chilometri. Ma ho dovuto sottostare a delle logiche di leggibilità. Sento di aver tralasciato qualche personaggio, ma mi riprometto di tornare, magari fra qualche anno, con una edizione ampliata e rivista. Ora che il libro è finito e lo guardo, so con più convinzione che non sono l’unica a sentire questa forza che mi richiama in Calabria. Perciò, quando guarderai le mostre, sfoglierai le pagine del mio libro e leggerai le interviste, pensa a me che correvo come un personaggio di un vecchio videogame per raccogliere le storie di queste persone straordinarie. Pensa a me che, rientrando a casa dopo una seduta fotografica, guardo dal finestrino e penso: “È un posto bellissimo questo, per vivere, realizzare e far crescere un’idea”.